Andrea Martignoni

Con questo bagaglio di esperienza, sono arrivato allo Shiatsu. Avevo fatto pratica di yoga per qualche mese, ed ero incuriosito da quel mondo che cominciavo a scoprire e che era così lontano da quelli che avevo vissuto fino ad allora. La prima pratica di Shiatsu che ho fatto è stata ascoltare il respiro di un’altra persona semplicemente mettendo una mano sulle sua schiena. In quel momento ho sperimentato una presenza e una vicinanza uniche, e la possibilità di creare un legame con un’altra vita in modo naturale e spontaneo, tanto da poter vedere rispecchiata nell’altro la mia stessa vita. La profondità di quel contatto, all’apparenza così semplice, mi ha segnato e ho provato la sensazione del viaggiatore che dopo tanta strada arriva a casa.

Ripensandoci è stato un lungo cammino di avvicinamento ad una dimensione sempre più intima, cercando un modo diretto e immediato, che non fosse filtrato da strumenti o parole. Penso che sia stato un po’ come cercare dentro di me una sorta di autorizzazione a superare man mano nuove frontiere. Lo Shiatsu per me è, prima di tutto, una pratica di conoscenza di sé e di crescita indissolubilmente legata alla presenza dell’altro, che quindi costituisce una vera e propria ricchezza. Inoltre mi appassiona per la possibilità di comunicare nel silenzio attraverso il respiro, e di costruire nel trattamento una relazione che porta benessere a chi fa e a chi riceve.

La mia riconoscenza va a tutti coloro che hanno condiviso e condividono la mia esperienza di formazione rendendola possibile. Penso non solo a chi mi ha mostrato vie sconosciute ma anche a tutte le persone che ho incontrato durante la pratica e i trattamenti.